Capodanno

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Capodanno
I fuochi d'artificio sono uno dei festeggiamenti classici del Capodanno
TipoInternazionale e religiosa
Data1º gennaio
PeriodoAnnuale
Celebrata intutto il mondo
Oggetto della ricorrenzaInizio del nuovo anno
Ricorrenze correlateNotte di San Silvestro
Tradizioni profaneDifferenti a seconda del paese
Tradizioni culinarieLenticchie, cotechino, zampone, stinco, uva, sakè

Il Capodanno (da "capo d'anno") è una festa osservata nella maggior parte del mondo il 1º gennaio, il primo giorno dell'anno[1][2] nel moderno calendario gregoriano.

Mentre la maggior parte dei calendari solari (come il gregoriano e il giuliano) iniziano l'anno regolarmente in corrispondenza o in prossimità del solstizio d'inverno settentrionale, le culture che osservano un calendario lunisolare o lunare celebrano il loro capodanno (come il capodanno cinese e il capodanno islamico) a meno punti fissi relativi all'anno solare.

Nella Roma precristiana sotto il calendario giuliano, il giorno era dedicato a Giano, il dio degli inizi, da cui prende anche il nome gennaio. Dall'epoca romana fino alla metà del XVIII secolo, il capodanno veniva celebrato in varie fasi e in varie parti dell'Europa cristiana il 25 dicembre, il 1º marzo, il 25 marzo e nella festa mobile della Pasqua.

Al giorno d'oggi, con la maggior parte dei paesi che ora utilizzano il calendario gregoriano come "calendario civile", il 1º gennaio secondo quel calendario è tra i giorni festivi più celebrati al mondo, spesso osservato con fuochi d'artificio allo scoccare della mezzanotte successiva a Capodanno come il nuovo anno inizia in ogni fuso orario. Altre tradizioni globali del capodanno includono la presa di risoluzioni per il nuovo anno e la chiamata ai propri amici e familiari.

Date del capodanno

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Danza del drago per la celebrazione del Capodanno cinese in Brasile.
Celebrazioni del Diwali (conosciuta come "la festa delle luci"), capodanno nella religione giainista.
Danzatori in maschera durante le celebrazioni del capodanno nel Laos.

La data del capodanno dipende dalla particolare cultura e religione.[1] In particolare, il giorno del capodanno cade:

Festeggiamenti

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Secondo il calendario gregoriano, il 31 dicembre segna la fine di un periodo, che solitamente finisce una settimana dopo Natale, dedicato al riepilogo dell'anno appena trascorso, specialmente nelle radio, nelle televisioni, e nei quotidiani. I mass-media spesso, infatti, pubblicano articoli o trasmettono notizie su quanto è avvenuto durante l'ultimo anno, gli elenchi delle persone più in vista decedute durante l'anno appena terminato, i cambiamenti annunciati, previsti o prevedibili nel nuovo anno, come la descrizione delle leggi che entreranno in vigore il 1º gennaio e l'oroscopo per l'anno che verrà.

Fuochi d'artificio a capodanno

Il 1º gennaio è nei paesi cristiani una festa religiosa di precetto. Liturgicamente si celebra Solennità della Madre di Dio (Calendario romano generale), la Circoncisione di Gesù (rito ambrosiano e Messa tridentina). Nella notte di passaggio tra il 31 dicembre e il 1º gennaio si festeggia con il veglione di Capodanno. In occasione di questa celebrazione, in molte città del mondo si sparano i tradizionali fuochi artificiali, solitamente accompagnati (nei paesi anglosassoni) dalla canzone Auld Lang Syne.

Molti la considerano anche un'occasione per fare dei buoni propositi per il nuovo anno.

La tradizione italiana prevede una serie di rituali scaramantici per il primo dell'anno che possono essere rispettati più o meno strettamente come quello di vestire biancheria intima di colore rosso o di gettare dalla finestra oggetti vecchi o inutilizzati (quest'ultima usanza è stata quasi completamente abbandonata). Le lenticchie vengono mangiate a cena il 31 dicembre come auspicio di ricchezza per l'anno nuovo e un'altra tradizione prevede il baciarsi sotto il vischio in segno di buon auspicio.

In Spagna c'è la tradizione di mangiare alla mezzanotte dodici chicchi d'uva, uno per ogni rintocco dei dodici scoccati da un orologio (il principale è quello di Puerta del Sol a Madrid). In Russia, dopo il dodicesimo rintocco, si apre la porta per far entrare l'anno nuovo. In tutta l'ex Unione Sovietica è usanza scambiarsi e aprire i regali. Spesso vengono regalati cioccolatini o pupazzetti corrispondenti all'animale simbolo del calendario cinese dell'anno che verrà. In Ecuador e in Perù si esibiscono fuori la propria abitazione dei manichini di cartapesta (a volte con le sembianze di personaggi famosi, calciatori, ecc.) riempiti di petardi così da bruciare ed esplodere ai rintocchi della mezzanotte. In Giappone, prima della mezzanotte, le famiglie si recano nei templi per bere sakè e ascoltare 108 rintocchi di campane che annunciano l'arrivo di un nuovo anno (si ritiene infatti che questo sia il numero dei peccati originali della fede buddista).

In tanti paesi che seguono il calendario gregoriano senza essere cristiani, il Capodanno è una festa civile. In molti paesi, se il 1º gennaio cade di sabato o domenica, allora il lunedì successivo sono anche festivi. Israele è il solo paese che, pur usando il calendario gregoriano, non celebra il Capodanno come festa pubblica, nondimeno, molti israeliti che vivono specialmente in Nord America o in Europa lo festeggiano privatamente.

La scelta di considerare il 1º gennaio quale primo giorno dell'anno consegue all'introduzione del calendario giuliano promulgato da Giulio Cesare nell'anno 46 a.C. (precedentemente veniva considerato quale primo giorno dell'anno il 1º marzo). La festa di Capodanno trae origine dai festeggiamenti in onore del dio romano Giano da cui trae origine il nome del mese di gennaio.
Nel VII secolo i pagani delle Fiandre, seguaci dei druidi, avevano il costume di festeggiare il passaggio al nuovo anno; tale culto pagano venne deplorato da Sant'Eligio (morto nel 659 o nel 660), che redarguì il popolo delle Fiandre dicendo loro:

«A Capodanno nessuno faccia empie ridicolaggini quali l'andare mascherati da giovenche o da cervi, o fare scherzi e giochi, e non stia a tavola tutta la notte né segua l'usanza di doni augurali o di libagioni eccessive. Nessun cristiano creda in quelle donne che fanno i sortilegi con il fuoco, né sieda in un canto, perché è opera diabolica»

La sua origine convenzionale nel calendario giuliano va però anticipata al 153 a. C. per l'esigenza della Repubblica Romana di nominare il più velocemente possibile il console Quinto Fulvio Nobiliore per inviarlo in Iberia a condurre l'assedio di Segeda, durante la rivolta dei Celtiberi. Così avvenne che il Console venne nominato con tre mesi e mezzo in anticipo rispetto alla abitudine romana di nominare un console il 15 di marzo come negli anni precedenti.

Nel Medioevo, molti paesi europei usavano il calendario giuliano, ma vi era un'ampia varietà di date che indicavano il momento iniziale dell'anno. Per esempio dal XII secolo fino al 1752 in Inghilterra e in Irlanda il capodanno si celebrava il 25 marzo (giorno dell'Incarnazione e usato a lungo anche a Pisa e in seguito a Firenze) mentre in Spagna fino all'inizio del Seicento il cambio dell'anno era il 25 dicembre, giorno della Natività. In Francia, fino al 1564, il Capodanno veniva festeggiato nella domenica di Resurrezione (chiamato anche "stile della Pasqua") ma con l'Editto di Roussillon del 9 agosto 1564, fu deciso di considerare il 1º gennaio come primo giorno dell'anno (la riforma entrò tuttavia in vigore in tutta la Francia solo nel 1567, regnante Carlo IX); a Venezia (fino alla sua caduta, avvenuta nel 1797) era il 1º marzo, mentre in Puglia, in Calabria e in Sardegna lo si festeggiava seguendo lo stile bizantino che lo indicava al 1º settembre (14 settembre del calendario gregoriano), tant'è vero che in sardo settembre si traduce Caputanni (dal latino Caput anni).

Queste diversità locali (che, specialmente nel Sacro Romano Impero variavano spesso da città a città), continuarono anche dopo l'adozione del calendario gregoriano. Solo nel 1691 papa Innocenzo XII emendò il calendario del suo predecessore stabilendo che l'anno dovesse cominciare il 1º gennaio, cioè secondo lo "stile moderno" o "della Circoncisione". L'adozione universale del calendario gregoriano fece sì che la data del 1º gennaio come inizio dell'anno divenisse infine comune.

Svariati regimi politici hanno istituito riforme del calendario di più o meno lunga durata. Una delle più intrusive, che cercava di riformare il calendario su basi astronomiche e razionali, fu quella adottata in Francia durante la Prima Repubblica, il cosiddetto Calendario Repubblicano, col 21 settembre, abbandonato poi durante il Primo Impero. Anche durante il periodo fascista in Italia il regime istituì il 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma, come proprio capodanno, associato a una numerazione degli anni parallela a quella tradizionale contando come "Anno I dell'Era Fascista" il periodo tra il 28 ottobre 1922 e il 27 ottobre 1923, e gli altri a seguire. Questa modalità, utilizzata nel Regno d'Italia durante tutto il ventennio fascista, fu continuata dalla Repubblica Sociale Italiana, e abbandonata con la caduta di quest'ultima il 25 aprile 1945.

In Italia il primo giorno dell'anno quale giorno festivo è disciplinato dalla legge 23/6/1874 n. 1968.[4][5] e poi dalla legge 27/5/1949 n. 260.

  1. ^ a b c d e f Enciclopedia Treccani - Capodanno
  2. ^ Daniela D'Antonio, Attrazione Capodanno fuochi, concerti e star, in la Repubblica, 31 dicembre 2000, p. 2.
  3. ^ Gli anni e i mesi del calendario massonico., su rite-ecossais-rectifie.com.
  4. ^ Re, Papa e imprese. Così il 1º gennaio [collegamento interrotto], in La Stampa, 31 dicembre 2017.
  5. ^ Capodanno, 31 dicembre 2017.
  • Aristide Pecchio, Natale, capodanno, epifania: usi e leggende, Milano, Tipografia Lamperti di G. Rozza, 1885
  • Vittorio Lanternari, La grande festa. Storia del capodanno nelle civiltà primitive, Milano, Il Saggiatore, 1959 (II ed., La grande festa. Vita rituale e sistemi di produzione nelle società tradizionali, Bari, Dedalo, 1976)
  • Richard Heinberg, I riti del solstizio. Feste, rituali e cerimonie che celebrano i cicli della terra, Roma, Edizioni Mediterranee, 2001
  • Vittorio Monaco, Capetièmpe. Capodanni in Abruzzo, Sulmona, Synapsi, 2008
  • Franco Cardini, I giorni del sacro. I riti e le feste del calendario dall'antichità a oggi, Torino, Utet, 2016

Voci correlate

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